La gelata preannunciata dagli esperti, fortunatamente non dovrebbe aver causato danni importanti alle colture della nostra provincia. In Val di Non e Valsugana registrate le temperature minime.
L’allerta meteo per possibilità di gelate è scattata in tutta la nostra provincia e i tecnici del comparto meteo non si sono sbagliati. Gelata limitata ad alcune aree e con temperature scese sotto lo zero di uno o due gradi e fortunatamente per un breve periodo della nottata.
“Eravamo pronti a tutte le eventualità – evidenzia Giorgio Gaiardelli, presidente Co.Di.Pr.A. Trento – fortunatamente non siamo incappati in una gelata catastrofica come quella del 2017, anzi la temuta gelata non ha creato particolari disagi agli agricoltori trentini”.
“Alcuni danni, presumibilmente prevalentemente qualitativi, sono stati registrati in Val di Non – spiega Andrea Berti, direttore di Co.Di.Pr.A. Trento – e in Valsugana in particolare su frutteti in avvallamenti sensibili, dove le temperature registrate dalle capannine meteo di Meteotrentino sono scese qualche grado sotto lo zero. Basti pensare che – continua Berti – gli impianti antibrina, dove presenti, sono stati attivati senza però determinare grosse masse di acqua congelata sulle piante tipiche di questa tecnica di difesa attiva. Per una stima dei danni a livello economico si deve attendere almeno qualche settimana” – conclude il direttore.
“La gelata di questa notte (tra lunedì e martedì ndr) ci ha permesso di testare alcuni metodi di difesa attiva innovativi – sottolinea Stefano Corradini, Fondazione Edmund Mach – come la macchina del vento, la macchina della nebbia e sistemi antibrina a basso consumo di acqua che rientrano nel Partenariato europeo (PEI) C&A 4.0 dove Co.Di.Pr.A. è capofila. Un progetto dedicato a studiare quale sia il rischio gelo nelle diverse aree agricole del Trentino e permettere di sviluppare un vero e proprio supporto alle decisioni al servizio di agricoltori e tecnici. Gli agricoltori hanno inoltre acceso centinaia di fuochi per proteggere le produzioni”.