Di Letizia Martirano (tratto da Agrapress ANNO LVIII – N. 95 – 08/04/2020)
“Coronavirus, gelate, siccità, insetti alieni e chi più ne ha più ne metta – purtroppo – non stanno fermando il settore primario nazionale supportato dal sistema dei servizi che, per quanto riguarda la Gestione del Rischio, dai Condifesa, sta continuando a produrre senza non poche difficoltà”, osserva Albano Agabiti, il presidente di Asnacodi, l’associazione dei consorzi di difesa che, in questa intervista, frutto di una lunga chiacchierata, fa il punto la campagna assicurativa in agricoltura e se una politica attiva di gestione del rischio può essere uno strumento a supporto degli agricoltori in questa fase critica per il paese.
Considerando il momento difficile qual è la situazione della campagna assicurativa 2020?
Possiamo dire che, vista la situazione, i numeri sono incoraggianti. La tendenza che stiamo registrando dai nostri Condifesa è positiva. Attualmente il valore assicurato delle produzioni ha già superato di gran lunga i 3,5 miliardi di euro. Se il trend sarà confermato potremmo superare il record di valori assicurati avuto nel 2019 di circa 8 miliardi. Numeri che evidenziano come gli agricoltori siano sempre più orientati ad assicurare le proprie coltivazioni.
Come vi siete organizzati per captare gli agricoltori?
Sicuramente il Coronavirus ci ha imposto, in breve tempo, nuove abitudini di lavoro che, grazie alla tecnologia, siamo riusciti a strutturare a tempo di record. sia Asnacodi sia le Organizzazioni professionali sia Consorzi, con grande senso di responsabilità e attenzione alle assicurazioni si sono subito adoperati per attivare modalità di lavoro intelligente e dare continuo supporto agli associati. Email, telefono, videoconferenze e altri strumenti sono nuovi strumenti di lavoro ai quali ormai tutti si sono abituati.
I problemi emersi in tema di riassicurazioni e assicurazioni durante il Forum di Assisi del 31 gennaio scorso sono stati affrontati?
Ad Assisi riassicuratori e assicuratori hanno evidenziato come, negli ultimi anni, si siano registrati sinistri importanti per molte realtà e premi che le assicurazioni non riuscivano a coprire. Costoro hanno chiesto un aumento delle tariffe non inferiore al 20% ed un adeguamento delle condizioni in Polizza per continuare ad operare in ambito agricolo. Ansacodi e i Condifesa hanno lavorato con lo scopo comune di contenere al massimo eventuali peggioramenti in termini di tasso e condizioni al socio. La situazione, fortunatamente, si è risolta permettendo di limitare notevolmente l’aumento di tariffa e dando la possibilità a tutti gli agricoltori di assicurarsi non appena i Condifesa hanno aperto la campagna. Nessun Consorzio ha evidenziato impossibilità di aprire le assunzioni assicurative. Un obiettivo fondamentale vista la situazione nelle campagne.
Avete registrato emergenze particolari?
Dai nostri Condifesa ci arrivano segnalazioni costanti sull’andamento della campagna assicurativa e, ovviamente, anche sul lo stato agronomico delle colture. In alcune aree della Penisola si sono verificate gelate che hanno compromesso, in maniera anche importante, alcune produzioni, mi riferisco in particolare a drupacee, actinidia e orticole. Un’ulteriore preoccupazione che i Condifesa registrano dai propri associati riguarda la prolungata mancanza di precipitazioni che si sta registrando in diverse aree del Paese. Queste, molto probabilmente, avranno ripercussioni importanti sulle rese e sulla qualità.
Più precisamente quali sono le valutazioni?
Le perdite in termini monetari sono consistenti e, secondo le stime di Coldiretti, sono di svariati milioni di euro. Il che determinerà conseguenti indennizzi da parte delle compagnie assicurative per qualche decina di milioni di euro. In molte aree sono attive le polizze a copertura sia dei danni causati dal gelo sia dalla siccità. Purtroppo, stiamo riscontrando un acuirsi degli eventi estremi per quanto riguarda le avversità climatiche, sempre più nuovi insetti alieni e importanti fluttuazioni del mercato. Ad oggi, una delle uniche armi a disposizione dell’agricoltore per fronteggiare tali emergenze è proprio quella di affidarsi alla Gestione del Rischio con tutti i possibili strumenti che sono stati sviluppati, polizza “classica”, fondi mutualistici, polizze index-based, fondi settoriali per stabilizzare il reddito.
È possibile avere numeri sui Fondi per la stabilizzazione del reddito? Scatteranno nel 2020?
I Fondi per la stabilizzazione del reddito (IST-Income Stabilization Tool) permettono di tutelare il reddito dell’azienda agricola dagli andamenti negativi del mercato, in poche parole si mette al riparo il proprio reddito da eventi esterni all’azienda e non dipendenti dall’attività imprenditoriale diretta. Fondi che, va sottolineato, godono di una importante contribuzione pubblica pari al 70%. In pratica l’agricoltore mette 3 e la Comunità Europea aggiunge 7. Attualmente sono stati approvati dalla Commissione appositamente istituita dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali due Soggetti Gestori che hanno attivato a loro volta tre Fondi IST. In particolare, Un fondo per la tutela del reddito delle aziende melicole, uno per le aziende zootecniche da latte ed uno per il settore ortofrutticolo compresi i piccoli frutti. Questi primi “pionieri”, coordinati da Asnacodi e all’interno di un progetto che coinvolgerà tutti i Condifesa, saranno i portavoce per estendere i fondi IST a tutto il territorio nazionale, coprendo le diverse esigenze dei diversi comparti produttivi. Grazie a questi fondi sarà possibile ricevere dalla Comunità Europea oltre 9 milioni di euro per l’annata 2019 e che altrimenti sarebbero andati persi. Per dire se saranno soddisfatte le condizioni (Ismea decreta che vi è una riduzione diffusa del reddito pari ad almeno il 15% o il Comitato di Gestione del Fondo evidenzia una perdita di reddito in uno degli areali di competenza) per far scattare uno dei fondi IST presenti sul territorio nazionale è certamente presto. È anche vero che se la situazione dovesse continuare a essere tale molto probabilmente in alcuni settori ci sarà la necessità di attivare i fondi, ad esempio nel settore latte bovino.
Come sarà il futuro della Gestione del Rischio…
La Gestione del Rischio in agricoltura nei prossimi anni vivrà senza ombra di dubbio un’importante evoluzione che coinvolgerà diversi ambiti sino ad oggi poco esplorati dal nostro settore. Su tutti l’innovazione tecnologica giocherà un ruolo fondamentale, e in parte lo sta già facendo, per la crescita della Gestione del Rischio. Quando mi riferisco alle tecnologie intendo, big data, intelligenza artificiale, sensoristica a terra e satellitare, sistemi di supporto alle decisioni e altro. Tecnologie che saranno parte integrante di un nuovo approccio necessario per affrontare in maniera efficace le continue straordinarie emergenze, anche rispetto ad un mercato e ad un contesto in continua e veloce evoluzione. Il tutto dovrà, necessariamente, essere sviluppato tenendo in debita considerazione la programmazione comunitaria e in concertazione con le organizzazioni professionali, le organizzazioni produttive, il mondo della ricerca e gli enti istituzionali, a partire dalla “cabina di regia” che la Ministra Bellanova ha annunciato. Come sappiamo l’attuale configurazione della PAC sarà, molto probabilmente, prorogata sino a tutto il 2022. Questo, se da un lato ci permette di avere certezze finanziarie per il prossimo biennio, dall’altro ci sprona a valutare in maniera organica e condivisa il post PAC 2022. Inoltre, questa proroga della PAC ci spinge a cercare di raggiungere alcuni risultati previsti dal PSRN attuale: estendere le garanzie assicurative e omogeneizzare la diffusione territoriale delle assicurazioni su tutta la Penisola. Noi stiamo già lavorando per permettere una ulteriore crescita del comparto Gestione del Rischio, sicuri che noi agricoltori siamo già altrettanto pronti ad affrontare le nuove sfide.