“Il rischio gelata c’è – spiega Marica Sartori, direttore di Co.Di.Pr.A. – la situazione è in divenire. Purtroppo, le condizioni meteo e lo stadio fenologico delle colture per alcune produzioni, come melo e ciliegio, e per alcuni areali della nostra provincia sono sensibili. Attualmente, possiamo ritenere di essere lontani dalla gelata terribile del 2017, quando lo stadio fenologico delle colture era in generale ben più avanzato e sia il numero delle giornate che l’intensità e la durata degli abbassamenti termici molto superiori. Secondo Meteotrentino e Fondazione Edmund Mach questa notte dovrebbe essere la più pericolosa (tra il 7 e 8 aprile ndr), le temperature dovrebbero essere leggermente inferiori, mediamente circa 1,5/2 °C, a quelle della notte precedente, questo anche dovuto alla scarsa nuvolosità e al fatto che il vento è cessato”.
“Al momento la quantificazione dei danni è impossibile – evidenzia Giorgio Gaiardelli, presidente di Co.Di.Pr.A. – dobbiamo attendere l’evoluzione stagionale per delineare complessivamente l’impatto delle gelate. Infatti, lo sviluppo delle colture dipende da molteplici fattori e quindi difficile da definire. Siamo costantemente vicino e a supporto dei nostri associati, cercando sempre nuove soluzioni di gestione del rischio”.
“Attualmente le produzioni melicole – sottolinea Sartori – sono coperte con strumenti assicurativi, completi anche del rischio gelo, per oltre 250 milioni di euro, praticamente il 95% delle coltivazioni provinciali. Le viti sembrano meno a rischio, visto lo stadio fenologico attuale”.